1. Bruno Pernice-Apri. Il piacere e il potere della condivisione-Youcanprint-Copyr. 2015

    By Luca Lapi il 1 May 2016
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    In principio fu...la Biblioteca Comunale di Borgo San Lorenzo.
    Fu la stanza del mio ufficio alla Biblioteca Comunale.
    Fu un computer, in codesta stanza, acceso e aperto su di un sito web.
    Il sito web era di Fuori Aula Network, la radio web o web radio dell'Università degli Studi di Verona.
    Pubblicizzavano, in codesto momento, un loro programma: E-FAN 80.
    Chiedevano ai radioascoltatori i loro ricordi personali e/o generali sugli Anni Ottanta.
    Inviai i miei che lessero in una puntata finale speciale.
    Continuai, a casa, ad ascoltare Fuori Aula Network.
    Conobbi, col tempo, un nuovo programma: OttoPerEnne.
    Era un programma dedicato alle emozioni: una puntata per ogni emozione.
    Inviai due miei contributi che vennero letti e commentati nel programma.
    Una puntata - la prima a cui "partecipai", virtualmente - s'intitolava "MI MANCHI" e riguardava, ovviamente, l'emozione del "sentire la mancanza di qualcuno o di qualcosa".
    Lo speaker - in compagnia dell'esperto che mi commentò - lesse due espressioni centrali del mio contributo:"L'AMICIZIA DA OFFRIRE CE L'HO. GLI AMICI A CUI OFFRIRLA MI MANCANO. GLI AMICI CE LI HO. LA LORO AMICIZIA MI MANCA".
    Avevo già fatto amicizia, su Facebook, con l'esperto che mi commentò, dopo la fine della serie di puntate di OttoPerEnne.
    Seguii ciò che scriveva su Facebook, ma, soprattutto, conobbi il suo blog PSICOVERONA sottotitolato DTPC=DiTesta-Pancia-Cuore.
    Partecipai al suo blog con alcuni miei contributi commentati, poi, da lui e sono stato contento di essere riuscito a trovare qualcosa di mio nel suo libro APRI. IL PIACERE E IL POTERE DELLA CONDIVISIONE autopubblicato da lui con youcanprint.
    L'autore si chiama Bruno Pernice ed è psicologo, specializzato in psicoterapia corporea.
    Non sono mai stato appassionato di psicologia, ma ciò non significa che non sia interessato ad alcune tematiche trattate da un addetto ai lavori come Bruno Pernice che, in questo libro, non ha voluto usare un linguaggio da iniziati, ma, al contrario, accessibile a tutti.
    APRI e CONDIVISIONE sono un verbo ed un sostantivo importanti, fondamentali nella mia vita e ringrazio, perciò, Bruno Pernice di averli utilizzati per il titolo ed il sottotitolo di questo suo libro.
    Bruno Pernice: un amico nient'affatto pernicioso!!!

    Luca Lapi
    Last Post by Luca Lapi il 1 May 2016
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  2. Lettera:"Pecchio scrive una lettera" di Luca Lapi

    By Luca Lapi il 24 April 2016
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    Pecchio scrive una lettera.
    Scrive una lettera, con la speranza che non resti lettera morta.
    Scrive una consonante, con la speranza che la vita di chi la riceve sia più sonora e meno rumorosa.
    Scrive una consonante, con la speranza che sia consona alle aspettative del destinatario.
    Scrive una vocale per aiutare ciascuno, anche se stesso, a scoprire la sua vocazione, a rispondere, a restarle fedele.
    Scrive una vocale per dare voce in capitolo a chi non ce l'ha, a chi ha capitolato.
    Scrive una vocale, pur sapendo che il destinatario possa rispondere:"Che me ne cale?!!!"
    Scrive una lettera, pur sapendo che il suo destino possa essere di finire nel cestino.
    Scrive la lettera H a chi non ha capito ed aspira a capire.
    La scrive e pensa:"Una lettera, forse, muta, in positivo, il destino di chi la spedisce, di chi la riceve!!!"

    Giuseppe Novellino Simpatico testo, quasi una poesia vagamente crepuscolare.
    Last Post by Luca Lapi il 24 April 2016
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  3. Seggiola:"Pecchio scalda la sua seggiola" di Luca Lapi

    By Luca Lapi il 24 April 2016
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    Pecchio scalda la sua seggiola, ma non per cederla o restituirla, sa che continuerà a starci seduto: la scalda, da anni, al punto che è diventata elettrica.
    Vorrebbe pensarla come un'esperienza elettrizzante, ma gli resta difficile.
    Non è la sua condanna a morte, ma a vita, il suo ergastolo, non dietro a sbarre, benché pensi che qualcuno gliele innalzi attorno, per isolarlo.
    Pare il suo confino, la sua isola: che c'è, ma tanti fingono di non vedere, di non trovare sulla carta, non la cercano.
    Chi la vede, chi riesce a trovarla, sostiene, mentendo, di non sapere nuotare e, così, di non potere raggiungerla.
    Pecchio è isolato: è, proprio, il caso di dirlo, ma non si è isolato.
    Chi lo conosce sa dove cercarlo e trovarlo, vive ad un isolato da lui, nel continente, ma soffre d'incontinenza e si giustifica, così, con Pecchio di non potere venire da lui.
    Pecchio scalda la seggiola: ne scalda un'altra, ma lo fanno tutti, come Pecchio, prima o poi, più volte, ogni giorno.
    La scalda, forse, più spesso di altri, ma sa che, come altri, morirebbe se, improvvisamente, smettesse di scaldarla.
    Sa che accadrebbe, ma preferisce l'altra seggiola, su cui sta seduto di più, come un trono: è monarchico, si sente come un re, sa che un altro Re lo detronizzerà, con dolcezza, un giorno, perché possa godere con Lui della bellezza senza fine del Suo Regno.

    Giuseppe Novellino Un'altra considerazione esistenziale sulla vita di Pecchio. Questa volta il testo, ben scritto, vivace e ricco di sfumature descrittive, si arricchisce di un po' ermetici e di una specie di sottile umorismo.
    Last Post by Luca Lapi il 24 April 2016
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  4. Dispiacere?:"Pecchio non è dispiaciuto" di Luca Lapi

    By Luca Lapi il 24 April 2016
    +1   -1    0 Comments   27 Views
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    Pecchio non è dispiaciuto di essere "single".
    Non è in cerca di un'"anima gemella".
    Non pensa di averla trovata.
    Non cerca che amiche (ma anche amici) disponibili all'ascolto ed al dialogo così come lo era "il Suo Più Grande Amico".
    Pecchio non si preoccupa per alcune sue periodiche crisi di fede.
    Sa che la cosa più importante non è compiere sforzi per credere in Dio Padre, ma, al contrario, acquisire la consapevolezza che sia Dio Padre, invece, a credere in noi e trovare in questa consapevolezza il nostro riposo.
    E' vero che, un giorno, Dio si pentì di avere creato l'uomo, ma si trattò di un momento e, poi, cambiò idea.
    Le parole del Salmo 26 (27) o 27 (26) (a seconda dell'edizione della Bibbia che si possiede) torneranno a dargli la carica ed è convinto, anzi, che lo stiano già facendo in questo momento.
    Il disegno della sua vita lo stanno colorando entrambi (Pecchio e Dio Padre), in questo momento e, un giorno lontano (Pecchio lo spera) lo porteranno a termine.
    Pecchio non è convinto che la solitudine sia il male del secolo.
    E' convinto, al contrario, che la solitudine siatato privilegiato dell'anima in cui l'essere umano riconosce di essere alla presenza di Dio Padre.
    Pecchio non continua a guardare in alto perché è ovvio che, agendo in questo modo, si stancherà.
    Sa che Dio Padre non è domiciliato sopra le nuvole: è dentro di lui, agisce su di lui, agisce per mezzo di lui.
    Non lascia che resti inoperoso per causa sua.
    Non s'innamora delle sue crisi perché non vuole che siano le sue crisi ad innamorarsi di lui ed a condizionare la sua vita.
    Si ripete, con la Parola di Dio:"Spera nel Signore, sii forte,/si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore."


    Giuseppe Novellino Interessante riflessione con notevoli spunti teologici. Mi è piaciuta la considerazione secondo la quale Dio dovrebbe credere nell'uomo. Ci crede, senz'altro, ed esercita un'infinita pazienza nei suoi riguardi. Scritto bene, in modo incisivo.
    Last Post by Luca Lapi il 24 April 2016
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  5. Aspirazione:"Luha aspira..." di Luca Lapi

    By Luca Lapi il 24 April 2016
    +1   -1    0 Comments   27 Views
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    Luha aspira ad una vita migliore, ma l'obiettivo è lontano un miglio ed il miglio, indispensabile per allenarsi, sta scarseggiando.
    L'obiettivo è lontano e Luha non riesce, perciò, nemmeno a prendere la mira per centrarlo, come bersaglio.
    Luha non è, forse, obiettivo, ma, solo, obiettore.
    Luha non ha fatto il servizio militare e come si può pensare che possa centrare un bersaglio senza addestramento, senza allenamento: non ha nemmeno il porto d'armi.
    Luha aspira ad una vita più bella, che l'aiuti ad uscire dal suo mutismo, ma il mutismo è coperto dal muggito delle mucche, nei dintorni.
    Luha aspira a mutare il corso della sua vita, ma tante persone, intorno, non l'aiutano perché non sentono la sua richiesta di aiuto, corrono più veloci di lui e lo lasciano indietro, senza aspettarlo: è come un tarlo nella mente, nel cuore e nell'anima di Luha.
    Altre persone lo sentono, ma non lo capiscono: parlano lingue diverse.
    Alcuni fanno, addirittura, le "linguacce", in direzione di Luha.
    Luha aspira ad uscire dal suo mutismo, ma le persone accanto non capiscono un "acca" dell'aspirazione di Luha e lo isolano nel suo mutismo, lo tengono a distanza, lo temono.
    Le persone accanto non capiscono un "acca" e, perciò, non provano nemmeno a stare insieme a Luha.
    E' strano: come si può stare accanto e, ciononostante, non capire un "acca"?
    Sembra un controsenso, ma ho già risposto, poco fa, dicendo che non si capisce un acca perché non è sufficiente stare accanto, ma occorre anche stare insieme.
    E' stando insieme che si riconosce di chi sia ciascun suono, ciascuna voce.

    Paola P. A Luha vorrei dire che esprimere se stesso intorno a se così come fa una poesia dentro di sé.

    Edited by Luca Lapi - 6/5/2016, 13:58
    Last Post by Luca Lapi il 24 April 2016
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  6. Vicinanza, lettere:"E', ormai,..." di Luca Lapi

    By Luca Lapi il 24 April 2016
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    E', ormai, da molto tempo, una costante dell'esperienza di vita di Pecchio riconoscere nelle persone lontane, fisicamente, coloro che gli sono più vicine, moralmente o spiritualmente, in realtà, di quelle che vivono nella sua stessa città.
    E' una grande gioia, per Pecchio, ricevere foto e lettere dai V.I.P. e dai loro collaboratori, ma codeste foto e lettere diventano, per Pecchio, motivo di dispiacere quando si accorge che gli amici della sua città non s'impegnano a parlargli, a scrivergli, ad incontrarlo per paura del rapporto che potrebbe instaurarsi tra Pecchio e loro e se, qualche volta, s'impegnano lo fanno per "pagare una tassa" o "per togliersi un dente" o fanno come Rossella O'Hara e dicono:"Ci penserò domani!" che significa:"Non ci penserò ne' ora ne' mai!"
    Pecchio non vuole dare l'impressione di essere pessimista.
    Può dire, al contrario, che tutto ciò che lo stimola a prendere l'iniziativa (scrivere o fare altre cose che tendano a metterlo in comunicazione con qualcuno) ha il suo motore nelle Parole del Salmo 26 (27) o 27 (26), a seconda dell'edizione della Bibbia che si possiede, al versetto 14 (vecchia traduzione):"Spera nel Signore, sii forte,/si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore".
    La persona e la vita di Pecchio sarebbero uno Zero assoluto senza codeste Parole.

    Paola P. Chi saremmo se non credessimo fortemente a qualcosa o a qualcuno? Bella morale davvero bel racconto bravo e felice di incontrarti anche qui.

    Arcangelo Galante Espressione di autentici sentimenti assai graditi, nel piccolo racconto riflessivo dell'autore. Parole che non sbiadiscono, sulla tela dell'umano tempo, per chiunque metta in pratica l'emblematico messaggio.
    Last Post by Luca Lapi il 24 April 2016
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  7. Amiche ed amici:"C'era la volta in cui..." di Luca Lapi

    By Luca Lapi il 24 April 2016
    +1   -1    0 Comments   26 Views
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    C'era la volta in cui, qui, Pecchio aveva amiche ed amici, era loro amico, erano sue amiche e suoi amici.
    Lo sono, adesso, altrove, in altri modi: le deve cercare, li deve cercare, trovare (se e quando riesce): al cellulare, chattando, inviando mails, sui social networks.
    Lo cancellano, erigono un cancello invalicabile, con punte acuminate, un muro, in confronto al quale quello di Berlino era un dilettante allo sbaraglio.
    Il muro di Berlino non si poteva oltrepassare: i muri di oggi non si vogliono oltrepassare.
    La nostra volontà di oltrepassarli ci sembra un'onta di cui non vogliamo macchiarci la coscienza: stringiamo la coscienza tra le cosce finché non la soffochiamo.
    La nostra volontà di oltrepassare i muri di oggi prende il volo e si allontana da noi: dovrebbe apparire noioso, dare noia alla nostra coscienza, ma, ormai, soffocata, invece, no.
    C'era la volta...Ci sarà la svolta?...Spero di sì!!!

    Luca Lapi

    Marisa Cappelletti: Chi erige muri e cancelli non può dirsi amico e nemmeno uomo, se li perdi non perdi nulla!
    Last Post by Luca Lapi il 24 April 2016
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  8. Comprendere di Pecchio

    By Luca Lapi il 25 Feb. 2016
    +1   -1    0 Comments   28 Views
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    25 Febbraio 2016

    Comprendere dovrebbe significare "prendere insieme", ma ciascuno prende isolatamente, porta a casa, chiude a chiave in un cassetto e butta via la chiave per non pensarci più, non condivide ciò che ha preso isolatamente.
    Non è più "prendere insieme", ma escludere altri da ciò che si è preso!!!

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 25 Feb. 2016
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  9. Sorriso: "Con un sorriso sulle labbra" di Luca Lapi

    By Luca Lapi il 23 Feb. 2016
    +1   -1    0 Comments   34 Views
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    Mi salutò, con un sorriso sulle labbra.
    Ma non sull'Anima.
    Nemmeno sul Cuore.
    Un'Anima ed un Cuore aridi, sterili e vuoti.
    Nessuna fertilità, fecondità e pienezza.
    Un sorriso sulle labbra.
    Labbra come se avessero contratto la lebbra.
    Un contratto non rispettato che da colui a cui erano stati diretti il saluto ed il sorriso.
    Un saluto che mi ha procurato un salto nel buio, nel vuoto.
    Io: un vuoto a perdere!!!

    Luca Lapi

    Ho letto il breve testo immaginando quel saluto, con il sorriso sulle labbra, vuoto e senza sentimenti.
    "Un contratto non rispettato".
    Quando l'amore che univa due persone, si consuma e una di loro non prova gli stessi sentimenti, deve restare "per contratto"?
    Non credo...
    L'amore non è un contratto da rispettare, ma un cammino da condividere solo se c'è un sentimento...
    Un sorriso sulle labbra che nasce dal cuore.
    Chi viene lasciato, non è un vuoto a peredere, ma è qualcuno che deve sorridere perché gli viene data la possibilità di trovare un nuovo amore, più bello...più vero...

    Originale la scelta di un racconto-bonsai per fissare l'anima di un incontro.
    In questo testo ispirato agli haiku, però, sarebbe stato opportuno un lavoro di forbici più coraggioso, per concentrare il dramma in un numero limitato di parole attentamente selezionate.
    Il finale, che in questo genere narrativo dovrebbe essere fulminante, perde la sua incisività a causa dei tre punti esclamativi, il cui uso non aggiunge espressività alla frase ed è inappropriato anche all'interno di un registro linguistico più colloquiale.

    In effetti è una storia dove l'unica cosa che manca è il contenuto.
    Sembra una raccolta di proverbi o di sentenze in cui mancano le motivazioni.
    Forse un addio a denti stretti per la fine di un amore o invece il brusco risveglio da un incubo?
    Non si capisce bene chi è il più deluso tra i due.
    La fine di un amore è una liberazione per uno e l'inizio della fine per l'altro.
    Spesso le parole non servono, ma leggere tra le righe non scritte è compito arduo per chiunque!

    Dentro ognuno di noi c'è un poeta che riposa, nell'istante in cui l'artista si ridesta è giusto dargli libertà di parola!! Il poeta che riposa in te, ha scritto con vero sentimento.
    Last Post by Luca Lapi il 23 Feb. 2016
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  10. Presepe di Pecchio

    By Luca Lapi il 6 Jan. 2016
    +1   -1    0 Comments   25 Views
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    6 Gennaio 2016

    C'è stata indignazione da parte di alcuni Atei, Agnostici e Razionalisti (ma non tutti) per un presepe "bene in vista" dietro Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, in occasione del suo discorso di fine d'anno.
    Ma, intanto, non sono stati che alcuni ad indignarsi, mentre per altri non c'era, evidentemente, nessun motivo d'indignarsi.
    Il presepe, poi, non era nemmeno "bene in vista" dal momento che io (come, probabilmente, molti altri) non me n'ero nemmeno accorto e non me ne sarei accorto se l'UAAR (nella pagina facebook e nel sito web) non l'avesse segnalato.
    Ma come mai c'è ancora bisogno di attaccarsi a queste sottigliezze (poiché di sottigliezza si è trattato, dal momento che era, praticamente, invisibile alla quasi totalità delle telespettatrici e dei telespettatori) perché parte dell'UAAR faccia sentire la sua voce?
    San Francesco d'Assisi è Patrono d'Italia e ha ideato il presepe ed è per questo motivo che considero ingiusto e ridicolo l'indignarsi per la presenza seminascosta di un presepe dietro alla persona di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana.
    Se qualcuno continua ad indignarsi per questa sottigliezza, consiglio, con rispetto, di andare a sdraiarsi su di un lettino da uno psichiatra!!!
    Dal momento che considero l'indignarsi per questa sottigliezza una caduta in basso molto avvilente, chi s'indigna abbia l'umiltà di abbassarsi dal suo indignarsi in piedi, puntandoli e di sdraiarsi su quel lettino, tirando fuori tutto ciò che gli rode dentro, liberandosene una volta per sempre!!!
    Indignarsi, poi, anche per la Stella Di Natale è il massimo del ridicolo!!!
    La Stella di natale è un'opportunità di solidarietà verso l'AIL (Associazione Italiana Leucemie e Linfomi) nell'approssimarsi delle festività natalizie e, secondo me, il Presidente Mattarella ha voluto che si notasse per fare opera di sensibilizzazione in questa direzione.
    Io amo pensare che codesta Stella di Natale sia stata acquistata per questo motivo, nei giorni vicini al Natale!!!

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 6 Jan. 2016
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