1. Lotta di Pecchio

    By Luca Lapi il 9 Nov. 2018
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    9 Novembre 2018 (25 Novembre 2017)

    "Lotta": sostantivo femminile, singolare.
    Nome comune di cosa.
    Voce del verbo: "lottare".
    Terza persona singolare.
    Occorre dare sostanza a questo sostantivo.
    Occorre riconoscerne l'"S.O.S." che lancia, quotidianamente.
    Occorre fare in modo che non si conceda sosta.
    Occorre riconoscerne la peculiarità, la singolarità femminile e non solo per una questione di grammatica.
    Occorre fare in modo che una pluralità di esseri umani di ogni genere si senta coinvolta in ogni lotta, a cui senta il dovere morale di partecipare, affinché la questione di grammatica eviti di diventare una questione drammatica.
    "Lotta" è nome comune di cosa, ma sarebbe importante che avesse il nome proprio di ogni essere umano.
    Lotta di ogni essere umano contro ogni avere disumano.
    "Lotta" è voce del verbo: "lottare" e sarebbe bello se avesse la voce di ogni essere umano che lotta.
    Sarebbe bello se ogni essere umano che lotta avesse voce in capitolo in un libro bello, vero e con un lieto fine.
    "Lotta per la verità..." affinché questa non perda l'accento che accentua la sua importanza e che la sua "v" come: "vittoria", in lotta, non decada in una: "f" ferita, a morte, al termine di una battaglia "efferata"!

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
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  2. Parola di Pecchio

    By Luca Lapi il 8 Nov. 2018
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    8 Novembre 2018 (3 Dicembre 2017)

    A me la parola.
    Quale?
    Parola d'ordine?
    Sono disordinato o, comunque, sono ordinato, a modo mio.
    Non sono chierico.
    Sono stato chierichetto, per 19 anni.
    Nessuno può ridurmi allo stato laicale.
    Sono smemorato e non ricordo la parola d'ordine.
    Ordine: è una parola.
    Mi piace disordinarla, anagrammarla, aggiungendoci una: "n".
    Diventa: rondine.
    Parola di rondine.
    Ogni mia parola può, così, volare, nel web, verso ogni amica, ogni amico, su Facebook.
    A me la parola.
    Quale?
    Parola d'onore?
    Non sono onorevole.
    Non lo sono della Prima e nemmeno della Seconda repubblica.
    Non sono un libero professionista e non posso dire di ricevere il mio onorario a motivo del mio Inserimento Socio-Terapeutico, nella Biblioteca Comunale di Borgo San Lorenzo.
    Non ho una Laurea: nemmeno ad honorem, nemmeno honoris causa.
    Non cerco che d'impegnarmi ad onorare ogni parola data a chiunque.
    A me la parola, ma parlo poco e scrivo di più.
    Vorrei ascoltare, dal vivo, la parola altrui a me diretta.
    Vorrei che altriascoltassero, dal vivo, la mia parola diretta a loro.
    Mi piace anche scrivere a qualcuno, per essere letto (anche a letto) e che qualcuno mi scriva, per poterlo leggere poiché la parola detta vola e quella scritta rimane, ma la parola scritta altrui è creata, spesso, per creare distanza dal sottoscritto, mentre la parola sritta mia vorrei crearla per ridurre, per eliminare la distanza, per creare i presupposti di un incontro (e non solo uno), faccia a faccia.
    Se "faccia" è anche congiuntivo del verbo: "fare", ognuno di noi "faccia" in modo che ogni "faccia" possa congiungersi con ogni altra.

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 8 Nov. 2018
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  3. Essere, andare e venire di Pecchio

    By Luca Lapi il 7 Nov. 2018
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    7 Novembre 2018 (4 Gennaio 2018)

    Chi siamo?
    Siamo esseri umani, ciascuno dei quali dovrebbe dire e vivere: "Sì! Amo!
    Dove andiamo?
    Andiamo verso un mondo dove tutti si dovrebbe dire e vivere: "Diamo!"
    Da dove veniamo?
    Veniamo da un mondo(dove siamo, tuttora) dove sveniamo al pensiero di assumerci le nostre responsabilità!

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 7 Nov. 2018
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  4. Gioire e riuscire a farlo di Pecchio

    By Luca Lapi il 6 Nov. 2018
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    6 Novembre 2018 (21 Gennaio 2018)

    "Non si riesce più a gioire".
    Sono parole virgolettate perché non sono mie.
    Ma le faccio mie.
    Non si riesce più a gioire.
    Si riesce meno a gioire.
    Si riesce meno a gioire perché si rientra più a gioire.
    Il gioire si tiene e ci tiene dentro.
    Non lo si condivide.
    Non ci si condivide.
    Nel gIOire agisce l'"io" che lo riduce ad una questione di privacy, non condivisibile, temendo, attraverso la condivisione, di non gioire più, mentre la condivisione dovrebbe alimentare, moltiplicare la gioia, il gioire di più.
    Gioivo quando la Mamma era con me.
    Gioivo meno quando Lei usciva.
    Non capivo che Lei uscisse rispondendo alla Sua vocazione di riuscire per dare gioia ad altri.
    Non riuscivo a capire perché rientravo nel mio "io" (uscendo e riuscendo da Dio Padre) e nel mio "io", nella mia gIOia s'insinuava il tumore dell'"io" che uccideva la gioia nel mio Amore Filiale per la Mamma ed il mio "io" gridava, dentro di sé: "oi", capovolgendosi dal dolore, allontanandomi dalla gioia che avrei dovuto provare per ogni atto di Amore Cristiano della Mamma.
    M'illudevo di chiamare: "Mamma"quando Lei, fisicamente, apparentemente, lontana da me, faceva del bene a qualcuno, ma non erano che dei: "ma, ma" che m'impedivano di capire l'Amore Cristiano della Mamma.
    Non conoscevo, ancora, le parole delCrocifisso a Don Camillo: "Tu sai che sarò con te, ugualente!"
    Riuscire più a gioire è il rientrare in se stesso (uscendo e riuscendo dal proprio "io") del figlio perduto, è il riappropriarsi del valore del gioire come elemento ed alimento di condivisione e qui entra in gioco anche il figlio, apparentemente, fedele, ma che non esce dal proprio "io" e, perciò, non riesce più a gioire!
    Riuscire è uscire una seconda volta, ma è faticoso, in sé e per sé, uscire una volta, una prima volta e, perciò, figuriamoci, farlo una seconda volta, molte alte volte!

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 6 Nov. 2018
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  5. Facebook di Pecchio

    By Luca Lapi il 5 Nov. 2018
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    5 Novembre 2018 (2 Febbraio 2018)

    Facebook, troppo o anche poco, fa male?
    Forse che sì, forse che no, direbbe, se ricordo bene, Gabriele D'Annunzio.
    Fa male quando ci si butta e si decide di non rispondere al telefono e/o alla porta.
    Farebbe male se diventasse sostitutivo ai nostri rapporti interpersonali ed intersessuali fisici quando questi fossero presenti nella nostra vita, ma quando questi fossero assenti?
    Farebbe bene se diventasse alternativo ai nostri rapporti interpersonali ed intersessuali fisici poiché ci sarebbe tempo per Facebook e per i nostri rapporti interpersonali ed intersessuali fisici.
    Fa bene quando ritroviamo qualcuno/qualcuna di cui avevamo perso le tracce e loro sono contenti di essere stati cercati e di averci ritrovati.
    Fa bene quando qualcuno/qualcuna ci trova dopo averci cercato e noi siamo contenti di chi ci abbia trovato dopo averci cercato.
    Fa meno bene, ma non è colpa di Facebook, quando cerchiamo e troviamo chi non vuole che alcuni (ma non altri, ma non tutti) li cerchino.
    Fa meno bene, ma non è colpa di Facebook, quando cerchiamo, troviamo e chiediamo l'amicizia ad alcuni di cui ci ricordiamo, ma questi la negano perché non si ricordano più di noi.
    Fa bene perché le parole volano e lo scritto rimane (per chi, come me, ama conservare ciò che scrive e ciò che gli è stato scritto).
    Facebook (e la chat) fa meno bene perché aiuta meno, aiuta poco ad uscire dal mutismo e dal monosillabismo.
    Una e-mail ed una lettera cartacea fanno bene perché si ha più tempo per riflettere e per decidere di rispondere anche se possono essere, negativamente, espedienti per mantenere, fisicamente, sentimentalmente, le distanze.

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 5 Nov. 2018
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  6. Webete di Pecchio

    By Luca Lapi il 4 Nov. 2018
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    4 Novembre 2018 (2 Febbraio 2018)

    Trovo su unaparolaalgiorno.it il seguente significato del neologismo "webete": "Persona che scrive online cose stupide, povere e aggressive, persona ignara delle potenzialità di internet".
    Scrivo online cose stupide?
    Sì, le scrivo, talvolta, ma non lo faccio che per sfatare il mito del sottoscritto come essere umano troppo serio.
    Scrivo online cose povere?
    Forse, secondo il parere di qualche lettrice o lettore, ma cerco di dare ricchezza di significato ad alcune cose che scrivo, comunque, non sempre riuscendovi, evidentemente.
    Scrivo online cose aggressive?
    Forse, quando cerco di fare valere le mie ragioni con qualcuno/qualcuna, nei miei messaggi privati, chattando con qualcuno/qualcuna.
    Sono ignaro delle potenzialità di Internet?
    Sì, penso di sì, sinceramente!

    Pecchio (all'anagrafe:Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 4 Nov. 2018
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  7. Disabilità di Pecchio

    By Luca Lapi il 3 Nov. 2018
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    3 Novembre 2018 (29 Giugno 2018)

    La disabilità non sta, soltanto, negli occhi di chi guarda, ma anche e, soprattutto, negli occhi di chi volge lo sguardo altrove, evitando di guardare davanti e rischiando di diventare disabile cadendo, avendo voluto evitare di guardare davanti a sé!

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 3 Nov. 2018
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  8. Bullismo di Pecchio

    By Luca Lapi il 2 Nov. 2018
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    2 Novembre 2018 (5 Luglio 2018)

    I miei erano altri tempi e sia all'interno dell'aula che dell'intero edificio scolastico mi sono sentito "circondato", positivamente, sempre, dall'affetto dei miei compagni di classe.
    Non camminavo, non ancora con le stampelle.
    Venivo accompagnato, dai familiari, nell'aula, seduto sulla sedia a rotelle, ma, poi, mi mettevo al banco su di una sedia come tutte le altre dei miei compagni.
    Suonava la ricreazione e la mia Mamma o la mia nonna (paterna) venivano per portarmi al W. C..
    Ma non sulla sedia a rotelle.
    Camminavo e davo una mano alla Mamma oppure alla nonna e l'altra la davo ad un compagno oppure ad una compagna che, affettuosamente, si offrivano per accompagnarmi al W. C..
    Il compagno o la compagna mi aspettava e, tutti e tre, rientravamo nell'aula.
    La sedia a rotelle veniva riportata a casa dopo il mio ingresso a scuola e nell'aula e veniva riportata a scuola e nell'aula e, sedendomici, ritornavo a casa.
    La vicenda del dito (e, grazie a Dio Padre, soltanto di codesto) puntato da bambini normodotati (più piccoli di me) contro di me e delle loro esternazioni, a voce alta, è iniziata mentre avevo 11 anni ed avevo iniziato ad imparare a camminare con le stampelle.
    Ma, nuovamente, grazie a Dio Padre, non ho mai vissuto e subìto situazioni gravi come tante descritte dai mezzi d'informazione.
    E spero di non dovermi trovare, mai, a viverle ed a subirle, ovviamente.
    La mia solidarietà a tutte le vittime!

    Luca Lapi
    Last Post by Luca Lapi il 2 Nov. 2018
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  9. Educazione alla cittadinanza di Pecchio

    By Luca Lapi il 1 Nov. 2018
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    1° Novembre 2018 (17 Luglio 2018)

    Partiamo dai banchi di scuola per formare (ma non solo per dare forma, ma anche contenuto e sostanza a) "buoni cittadini" allo scopo di evitare loro, dopo essere partiti, di arrivare "imputati" ai banchi di tribunale!
    Studio della Costituzione affinché qualcosa di peggio non ne decreti la Sostituzione!
    Preferisco l'uguaglianza all'eguaglianza poiché ci sono due U uguali, due G uguali, tre A uguali.
    Ma ci sono anche una L, una I, una N ed una Z (e non sto parlando della città austriaca), a significare che nel principio dell'uguaglianza c'è anche il principio della diversità e la diversità non è povertà perché l'uguaglianza è ricchezza.
    La diversità è ricchezza al pari dell'uguaglianza.
    Un principio che sia anche un fine senza una fine (magari, giù, fuori dalla finestra).
    Educazione alla legalità affinchéla legge sia conosciuta e, realmente, uguale per tutti!
    Educazione al rispetto dell'altro.
    Ma è giusto parlare dell'altro, definendolo così, quando si parla di eguaglianza/uguaglianza?

    Pecchio (all'anagrfe: Luca Lapi)
    Last Post by Luca Lapi il 1 Nov. 2018
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  10. Solitudine ed isolamento di Pecchio

    By Luca Lapi il 31 Oct. 2018
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    31 Ottobre 2018 (28 Luglio 2018)

    La solitudine è il mio cavallo di battaglia dove mi ci sento seduto bene in sella, senza correre il rischio di essere disarcionato, di finire ucciso sotto i suoi zoccoli.
    L'Inferno non è la solitudine, ma l'isolamento.
    Mi trovo bene nella solitudine (come se fossi in Paradiso) e, poiché mi ci trovo bene, vorrei condividerla, ma trovo muri a tutti i punti cardinali e anche in basso ed in alto.
    La solitudine è trovarsi (come in Paradiso).
    L'isolamento è perdersi (come nell'Inferno).
    E' dividersi da chi, invece, vorrebbe condividere e condividersi.
    La solitudine è aprirsi all'esterno, non all'esteriore, ma trovarsi e condividersi (ardendo d'Amore) nell'interiore.
    L'isolamento è chiudersi nell'interno, rischiando di ardere nell'Inferno (anche un nostro inferno) o di morire assiderati durante un eterno inverno!

    Pecchio (all'anagrafe: Luca Lapi)

    Edited by Luca Lapi - 31/10/2018, 15:15
    Last Post by Luca Lapi il 31 Oct. 2018
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